domenica 23 febbraio 2014

LA GUERRA DEGLI DEI capitolo 1 - WAR OF GODS chapter 1


 

-  LA GUERRA DEGLI DEI -

CAPITOLO 1

L’ALBA DELLA GUERRA




Un tappeto scintillante di stelle si svolse sopra le coste spumeggianti e le rocce porose delle isole greche, le abbracciò ad una ad una e le cullò con il soffio rinfrescante dello zefiro.
Anche sul Monte Olimpo, la notte calma aveva regalato la sua pace ed il suo silenzio, tranne che all’interno di una sala circolare di pietra, dove le fiamme ardenti dei bracieri disegnavano ombre sinistre sulle colonne di granito.Vi era riunito il Circolo Antico, il più solenne collegio degli dei, i potentissimi figli di Crono che governano le forze della natura, la vita e la morte. Zeus, il Signore della Folgore, presiedeva il Circolo, in piedi, a capotavola, con indosso la sacra corona del Padre degli Dei.Alla sua destra, vi era la potente e altera regina dell’Olimpo, Era, la sua bella sposa dal carattere volubile come le maree. Poco distante, colui che regna sulle maree stesse, Poseidone, armato con il suo invincibile tridente, e, nascosto nell’ombra, lontano dal calore delle fiamme, il più oscuro degli Olimpi, Ade, dio dei morti, i cui occhi scarlatti scintillavano nel buio, le cui mani pallide accarezzavano la viscida pelle dei tre serpenti che aveva portato con sé.“La situazione è molto grave, fratelli miei, mia regina,” tuonò Zeus. “Esiste un dio… che vuole soggiogarci tutti… esiste un dio… che vuole dominare ciascuno di noi… che non ha alcuna intenzione di rimanere al suo posto, di governare solo sulla sua gente. No, egli vuole estendere il suo dominio, vuole rafforzare il suo potere… e vuole schiacciare sotto il suo tallone chiunque abbia il coraggio di opporsi ai suoi piani di conquista…”“Chi è tanto stolto da sfidare gli dei che dominano su tutto ciò che respira e su tutto ciò che è inanimato?” sibilò Ade. “Uccidilo con la tua folgore, fratello mio… Trafiggilo con le onde del tuo tridente, Poseidone… e vi prometto che riserverò al suo spirito i tormenti peggiori che il mio Tartaro è in grado di offrire…”“Come hai saputo tutto questo, Zeus?” chiese Poseidone.“La scorsa notte, ho ricevuto la visita di tre corvi. Mi hanno portato un messaggio… il loro signore, il loro dio mi ha invitato ad abdicare al mio regno e a cedergli il trono… o avrebbe dipinto il Monte Olimpo con il sangue dei suoi stessi dei…”“Quale impudenza!” replicò Poseidone. “Rivelami il nome di questo cane…”“Non l’hai capito, fratello mio? Chi altri può inviare i suoi corvi come messaggeri? Chi altri può essere tanto ottenebrato dall’alcol da avere la tracotanza di sfidare gli dei Olimpi? Solo il signore degli Aesir, il figlio di Bor… quello stolto di Odino…”“Odino, un litigioso ubriacone che puzza di birra e piscio… Odino e i suoi Aesir, buoni solo a tirare pugni e scagliare asce… Credevo si accontentassero di dominare i popoli nordici, in quelle terre tanto schifose che il sole le abbandonate per cedere il posto ai ghiacci… Perché vogliono attaccarci, ora?” chiese Poseidone.“Perché sono degli idioti, probabilmente…” mormorò Ade. “Perché, come tu stesso hai evidenziato, il freddo del Nord deve aver intirizzito e spento le loro menti già deboli.”“Gli Aesir sono potenti, fratelli miei… un conflitto contro di loro non può essere sottovalutato,” esclamò Zeus, con voce grave.“Cosa sentono le mie orecchie,” lo interrupe Era, la superba, Era, l’impetuosa. “Zeus, padrone della Terra, re dell’Olimpo, colui che conosce il segreto della folgore… Zeus trema di fronte alle vacue minacce di un lercio alcolizzato, reso cieco dalle battaglie e stolto dalla vecchiaia? Gli Olimpi possono tener testa agli Aesir cento volte ed umiliarli altre cento. Se Odino vuole la guerra, Zeus dovrebbe elargirgli soltanto un massacro senza pietà. Ogni singolo guerriero di Sparta, ogni valoroso di Atene può trafiggere mille uomini del Nord…”“La regina ha ragione, fratello,” sibilò Ade. “I mortali hanno paura di me, ma tu e gli altri dei potete radunarli e formare un esercito invincibile. Gli Aesir cadranno sotto i tuoi sandali, Zeus… e Odino bacerà il tuo scudo prima di esalare l’ultimo respiro.”Il signore degli Olimpi non parlò. Volse le spalle al tavolo attorno al quale era radunato il  Circolo Antico e si avvicinò alla porta di legno del salone, tirando una cordicella rossa sulla sinistra.Una brezza scivolò all’interno della sala di pietra, i presenti credettero di vedere un lampo scarlatto attraversare la stanza da un capo all’altro. In un battito di ciglia, accanto a Zeus si stagliò la figura alta e slanciata di un giovane dai lunghi capelli chiari, con il viso aguzzo e gli occhi vivaci. Aveva due paia di piccole ali dorate che spuntavano dalle sue caviglie.Zeus gli porse un rotolo di pergamena.“Ti affido questo messaggio da consegnare al signore di Asgard, Ermes, mio fedele,” spiegò il signore degli dei. Il giovane dalle lunghe gambe annuì. “Consegnalo a Odino in persona e soltanto a lui… Non ti verrà fatto alcun male, poiché sei soltanto il latore di questo messaggio.”Ermes svanì in un baleno, incredibilmente veloce, così com’era comparso.“Andate a riposare, fratelli miei, ma prima… mandate a chiamare mio figlio, Ares… ho inviato la mia risposta a Odino… Rifiuto le sue condizioni e gli dichiaro… guerra.”
***
Era in corso una grande e licenziosa festa, nella splendente Asgard, quel giorno. I prodi guerrieri di Odino, gli invincibili Aesir, avevano massacrato l’esercito dei Troll in rivolta e avevano ricacciato i superstiti nelle loro lande desolate. Non volevano uccidere tutti i Troll, qualcuno avrebbe dovuto rimanere in vita per poter offrire ai potenti dei nordici l’occasione di ulteriori battaglie, che bramavano sopra ogni cosa.Da sette giorni e sette notti erano in corso le celebrazioni per quella gloriosa vittoria, il vino scorreva a fiumi, i cinghiali arrostivano e sfrigolavano sulle braci e le donne più belle del Regno allietavano il tempo dei guerrieri.Soltanto uno degli Aesir non aveva preso parte alla festa, Heimdallr, Heimdallr l’incrollabile, Heimdallr, colui al quale nulla si può nascondere, colui che può udire i passi di una formica a cento miglia di distanza, Heimdallr, il dio guardiano di Bifrost, il ponte arcobaleno, che collega Asgard al mondo dei mortali.Nessuno può avvicinarsi alla dimora degli Aesir senza che Heimdallr se ne accorga, nessuno può oltrepassare la sua guardia. Non dorme mai e, se qualcuno provasse ad accedere ad Asgard nonostante il divieto regale di Odino, assaggerebbe il filo dell’indistruttibile spada di Heimdallr.Mentre i musici decantavano odi alle gesta di Balder, che aveva ucciso il maggior numero di Troll, ed alle imprese di Thor, che aveva decimato un’intera falange con un solo colpo di martello, Heimdallr spalancò il pesantissimo portone dorato, massiccio perché forgiato dai nani con il loro metallo incantato, e attraversò il salone a passi rapidi e decisi, avvicinandosi al potente Odino.La musica cessò, le grida chiassose e le risate terminarono all’istante, l’assemblea di dei si zittì. Nell’immenso salone delle feste echeggiò soltanto il clangore metallico dell’armatura di bronzo di Heimdallr.Il dio guardiano s’inginocchiò davanti al Padre di tutti, Odino, che, sdraiato sul suo trono, si limitò a guardarlo con aria interrogativa.“Potente Odino, un messo degli dei Olimpi insiste per consegnarti un rotolo di pergamena, messaggio di Zeus. Ho chiesto di avere la pergamena, ma mi ha risposto che la consegnerà soltanto a te in persona. L’ho interrogato sul contenuto del messaggio, ma egli ne è completamente all’oscuro.”“Fallo entrare,” bofonchiò Odino, svogliatamente.
I
n un lampo, Ermes sfrecciò all’interno del salone, lo attraversò e si fermò accanto ad Heimdallr. Il vento sfrigolava attorno a lui, la sua velocità avrebbe potuto incendiare l’aria stessa.Odino si erse in piedi, era molto anziano ma sembrava ugualmente un gigante, sembrava invincibile. I suoi tre corvi si appollaiarono sul suo braccio sinistro, mentre il dio, con la mano destra, sicura all’interno del guanto d’acciaio della sua armatura argentea, afferrò il rotolo di pergamena dalla mano esile e perfetta di Ermes.Scorse rapidamente il messaggio con il suo unico occhio sano e sul suo volto si dipinse rapidamente una buia espressione di collera. Digrignò i denti, nascosti dalla folta barba grigia, mentre le gote diventarono rosse come l’inferno di Muspelheim, per la rabbia che montava nel suo cuore e gli offuscava la mente.“Uccidetelo,” bestemmiò, puntando il dito contro Ermes.Senza perdere un istante, il messaggero degli Olimpi sfrecciò verso il portone della sala. Doveva mettersi in salvo, temeva per la sua vita, sapeva che gli Aesir lo avrebbero squartato.A poche frazioni di secondo dal portone, un fulmine travolse Ermes e lo scaraventò di nuovo al centro della sala. Thor avanzò lentamente verso di lui, brandendo il suo leggendario Mjolnir, il martello incantato, con l’aggressività di un orso delle caverne.Gli altri guerrieri di Odino lo accerchiarono in fretta. Ermes, che respirava a fatica, sdraiato sul freddo pavimento di marmo, quando, all’improvviso, Heimdallr che vede tutto gridò.“Intrusi ad Asgard!”Non fece in tempo a concludere il suo allarme, che un poderoso guerriero in armatura dorata, con l’elmo da oplita che gli copriva il volto, balzò al centro degli Aesir, roteando una pesante ascia di bronzo. Era Ares, dio della guerra sul Monte Olimpo. Poco lontano da lui, Ercole, il figlio prediletto di Zeus, sollevò con facilità due guerrieri nordici e li scaraventò a terra, spezzando loro la schiena.“Da dove sono arrivati?” gridò Balder, l’onesto. “Come mai sono sfuggiti al tuo sguardo, Heimdallr?”“Erano protetti da un manto di invisibilità e, così, hanno attraversato Bifrost senza che io me ne accorgessi,” rispose il dio guardiano.Ares afferrò saldamente il messaggero degli Olimpi tra le sue mani robuste come pietre. “Nemesis, portaci da mio padre.”Una bellissima, inquietante dea dalla pelle bianca e dai capelli corvini scoccò tre frecce da un arco viola, una sfiorò Ares, che teneva Ermes tra le braccia, la seconda sfiorò Ercole, che si agitava contro gli Aesir nella sua minacciosa pelle di leone, la terza roteò nell’aria e sfiorò la dea stessa. Immediatamente, gli Olimpi svanirono nel nulla, così com’erano comparsi.“Cani bastardi,” gridò Thor. “Sono scappati come vigliacchi.”“Hanno recuperato il loro compagno,” esclamò il prode Balder. “Ci hanno colti di sorpresa.”“Avrete altre occasioni per dare battaglia agli Olimpi, figli miei,” bisbigliò il Padre di tutti, eppure la sua voce tuonò nella sala con la potenza di un temporale. “Ci attende la più gloriosa e memorabile contesa che gli Aesir abbiano mai affrontato… Zeus, signore degli Olimpi, ha sfidato la mia forza, intimandomi a consegnare a lui la corona e il dominio che ho sul mio regno. Non ho mai avanzato pretese sui territori di Zeus, ho sempre rispettato la sua autorità, ma la stoltezza di quel cane rognoso è immensa come la sua abnorme pancia. La follia deve aver preso possesso della sua mente. In ogni caso, questo messaggio é un’offesa che va lavata con il sangue suo e dei suoi figli. Se Zeus non è in grado di stare al suo posto, allora non avrà più nemmeno un posto dove stare. Aesir,” gridò, “in guerra!”Mille braccia, all’interno del salone, si sollevarono verso l’alto, mille tronchi di quercia, mille voci gridarono all’unisono, infiammate dall’orgoglio e dalla frenesia della battaglia imminente. I musici ripresero a suonare, il vino a scorrere nei calici cinguettanti, la celebrazione ricominciò ma, questa volta, non per festeggiare una vittoria già ottenuta, bensì per propiziare quella successiva.
***
Un vento caldo sollevò la sabbia del deserto e, con essa, la memoria di centinaia di carovane, guerrieri e schiavi che erano caduti fra le dune. Un gruppo di uomini anziani, avvolti in ampi mantelli neri che lasciavano intravedere soltanto gli occhi, si portò fino alla soglia d’ingresso di un piccolo tempio di pietra, piuttosto scialbo, malamente insignificante, eppure stranamente sinistro.“Il messaggero degli Olimpi ha consegnato a Odino il messaggio che tu gli hai affidato, mio signore,” bisbigliò uno degli incappucciati.“Bene… bene…” rispose una voce roca, un ringhio, quasi un latrato, dall’interno del tempio. “Il seme della guerra è stato gettato. Non soltanto Odino è in grado di dare ordini ai corvi. Ho mandato i miei a consegnare a Zeus una falsa dichiarazione di guerra da parte degli Aesir del Nord, poi ho intercettato Ermes, in corsa sulla strada verso Asgard e, grazie alla mia ipnosi, l’ho posto in uno stato di trance e ho sostituito il messaggio di Zeus per Odino con un’altra dichiarazione di guerra da parte degli dei Olimpi…”La figura alta e massiccia di un uomo avanzò dall’interno del tempio alle ombre notturne che si estendevano all’esterno.“E’ un piano geniale, mio signore…” biascicò uno degli uomini in nero.“Zitto, leccapiedi,” ringhiò l’uomo, avvicinandosi, un po’ ricurvo, al fascio di luce gettato dalla luna piena. Così facendo, espose agli occhi dei suoi servi il suo volto diabolico, il muso terrificante di uno sciacallo nero, l’iride rosso come il sangue ancora caldo che sgorga dal corpo trafitto da una spada.“Gli Olimpi e gli Aesir si daranno battaglia a vicenda, si uccideranno a vicenda, molti cadranno e pochi saranno i sopravvissuti… Gli Olimpi attaccheranno Asgard, che crollerà dalle fondamenta, oppure sarà il Monte Olimpo a frantumarsi sotto i colpi degli dei nordici… Sarà un massacro in ogni caso, sarà la fine del mondo e, una volta conclusa la guerra, quando i superstiti saranno troppo deboli e atterriti per accorgersi del mio inganno… io uscirò finalmente dalle tenebre e conquisterò i loro regni. Gli Olimpi e gli Aesir diventeranno tristi reliquie del passato e i loro sudditi renderanno omaggio solo ad Anubi, il dio egizio della morte…”
- WAR OF GODS -


Chapter 1


BEGINNING OF THE WAR
A glittering carpet of stars unwound over the frothing costs and the porous rocks of the Greek islands, embraced them one by one and lulled them with the refreshing zephyr breeze.
Even upon Mount Olympus, the still night donated her peace and silence to every sleeping creature, except for interior of a circular hall of stone, where the burning flames of the braziers drew sinister shadows on the granite columns.The Ancient Circle was in there, the most solemn college of immortal gods, the mighty sons of Cronus, who rule the elements of nature, the life and death. Zeus, Master of Thunderbolt, presided over the Circle, standing upright, at the head of the table, wearing the sacred crown of the Father of All Gods.On his right side, there was the powerful and haughty queen of Olympus, Hera, her beautiful bride, with her temperament changeable as the tides. Not so distant, the one who rules over the tides themselves, Poseidon, armed with his invincible trident, and, hidden by shadows, well away from the heat of the flames, the darkest of the Olympians, Hades, god of decedents, whose scarlet eyes sparkled in the dark, whose pale hands brushed the slimy skin of three sinister snakes, he had brought with him.“This is an extremely hard situation, my brothers, my queen,” Zeus thundered. “Here it comes a god… who wants to enslave us all… Here it comes a god… who wants to rule us all… who has no intention to linger in his kingdom, to preside over his people only. No, he wants to extend his supremacy, he wants to strengthen his power… and he wants to squash under his heel everyone who dares enough to stand proudly against his plans of conquest.”“Who’s so unwise to challenge the gods that dominate over everything that breathes and everything which is inanimate?” Hades hissed. “Kill him with your lightning bolt, my brother… pierce him with the breaker of your thunder, Poseidon… and I promise you I’ll set aside the worst torments that my Tartarus can afford to that soul…”“How did you come to know all this, Zeus?” Poseidon asked.“Last night, I received the visit of three ravens. They brought to me a message… their lord, their god invited me to abdicate to my dominion and to cede him my throne… or he would have tinged Mount Olympus with the blood of its own gods…”“What an impudence!” Poseidon replied. “Reveal the name of this dog-faced rash to me…”“Didn’t you realize it, my brother? Who else could send his ravens as messengers? Who else could be so obscured by his drinking habit to have such an arrogance to challenge the Olympian Gods? The Lord of Aesir and no one else, the son of Borr… that unwise fool named Odin…”“Odin, a pugnacious drunkard who smells of beer and urine… Odin and his Aesir, good for nothing except throwing punches and flingin’ axes… I was sure they were satisfied to rule over Norse people, over those lands so disgusting that the sun itself left them to make place to glaciers… Why do they want to attack us, now?” Poseidon asked.“Probably, because they’re fool...” Hades murmured. “Because, as you explained, the cold northern wind should have frozen and numbed their already weak minds.”“Aesir are powerful, my brothers… a conflict against them should not be underrated,” Zeus exclaimed, with a grave voice.“What kind of words my ears are hearing, “ Hera, the arrogant, Hera, the proud goddess interrupted his husband’s speech. “Zeus, lord of the earth, king of Olympus, the one who possess the secret of lightning bolts… Is Zeus shuddering at the empty menace of a sleazy boozer, made blind by his battles and stupid by his old age? Olympians could handle all Aesir a thousand times, and humiliate them another thousand. If Odin desires war, Zeus should lavish him a merciless slaughter only. Every single Spartan warrior, every hero in Athens could pierce a thousand Norse men…”“Our queen is right, my brother,” Hades hissed. “Mortal men fear me, but you and the other gods could assemble them and gather an invincible army. Aesir will fall under your sandals, Zeus… and Odin will kiss your shield before to breathe his last breath.”Lord of Olympians didn’t say anything. He turned his shoulders to the table where the Ancient Circle was gathered and moved towards the wooden door of the huge hall, pulling a red lanyard on his left.A breeze slid inside the hall of stone, it seemed to the participants to see a scarlet flash crossing the room from side to side. In the blink of an eye, the tall, slender figure of a young, blonde guy, with his sharp face and his lively gaze, stood out beside Zeus. He had two pairs of small golden wings, springing from his ankles.Zeus gave him a parchment scroll.  “I’m giving you this message you have to bring to the lord of Asgard, Hermes, my trusted man” the lord of gods explained. The long legged guy nodded. “Consign it to Odin in person and to him only… You don’t have to fear any danger, because you’re only the messenger of this scroll..”Hermes vanished in a while, so incredibly fast as he was appeared. “Take a rest, my brothers... but, before that… go and call my son, Ares… I’ve sent my answer to Odin... I refuse his conditions and declare... war” 
***
There was a huge and profligate celebration, underway in shiny Asgard, that day. The brave warriors of Odin, the invincible Aesir, had decimate the Trolls’ army in revolt and repelled the survivors down in their wasteland. They didn’t want to murder all the Trolls, some of them should have stayed alive to offer some other chances of fighting to the mighty Norse gods, who yearn for fighting above all.
Celebrations for that glorious victory were occurring since seven days and seven nights, the red wine was flowing like a river, the wild boar meat was roasting and frizzling on the embers and the most beautiful women of the Kingdom were gladdening the moments to the warriors. There was one of the Aesir only who didn’t take part in the celebration, Heimdallr, the staunch Heimdallr, to whom nothing could ever hide, the one who can hear the footsteps of an ant, from a hundred miles of distance, Heimdallr, the guardian of Bifrost, the rainbow bridge, which links Asgard to the mortals’ earth.Nobody can approach the Aesir’ dwelling, without being seen by Heimdallr, no one can overstep his guard. He never sleeps and, if somebody tries to enter Asgard in spite of Odin’s royal prohibition, he would taste the edge of Heimdallr’s indestructible sword.While the bards were declaiming odes to Balder, who killed the highest number of Trolls, and to the deeds of Thor, who decimated an entire phalanx with a single stroke of his hammer, Heimdallr opened up the incredibly massive golden gate, so heavy because it had been forged by the dwarfs with their enchanted metal, and he crossed the hall with rapid and decisive steps, approaching the all-mighty Odin. Music ceased in the entire room, the rowdy voices silenced in a while, the gods’ assemble fell silent. In the immense celebrations’ hall, only the metallic clang of Heimdallr’s bronze armour resonated in the silence.The guardian god knelt down in front of Odin, Father of all, who simply looked at him, laid on his throne.“Mighty Odin, a messenger from Olympian gods insists to consign you a scroll, a message from Zeus himself. I asked him to give the scroll to me, but he said he has to consign it personally to you and you only. I questioned about the content of the message, but he is completely in the dark about it.”“Let him enter the hall,” Odin mumbled, lazily.Just like a flash of light, Hermes darted in the hall, crossed it and stopped at the side of Heimdallr. The wind was frizzling around him, and his speed could have burned the air itself.Odin arose on his feet, he was absolutely ancient but seemed to be a giant, anyway, he appeared to be invincible. His three crows roosted on his left arm, while the god, whit his right hand, confident inside the steel gauntlet of his silvery armour, held the scroll from the thin and perfect fingers of Hermes.He rapidly read the message with his only healthy eye and his face quickly changed in a dark look of anger. He ground his teeth, hidden by his full grey beard, while his cheeks became red as Muspelheim’s inferno, because of the fury which was raising in his heart and obfuscating his mind.“Kill him,” he cursed, pointing his finger against Hermes.Losing no time, the Olympians’ messenger darted towards the huge gate of the hall. He has to make himself safe, he was fearing for his life, he perfectly knew the Aesir would have him dismembered.Only a few seconds before reaching the gate, a lightning bolt devastated Hermes, throwing him back to the centre of the hall. Thor walked slowly towards him, waving his legendary Mjolnir, the enchanted hammer, with the enormous anger of a brown bear.Odin’s other warriors surrounded him quickly. Hermes was breathing with difficulty, laid down on the cold marble floor, when Heimdallr, who sees everything, suddenly shouted.“Intruders in Asgard!”He couldn’t conclude his alarm, when a powerful warrior, wearing a golden armour, with an hoplite helm covering his face, jumped in the middle of the Aesir, rotating an extremely heavy axe. Ares he was, god of war upon Mount Olympus. Not far from him, Hercules, Zeus’ favourite son, easily lifted two Norse warriors and threw them on the ground, breaking their spine.“Where did they come from?” Balder, the loyal one, shouted. “How could they avoid your gaze, Heimdallr?”"They were protected by an invisibility mantle, thus they could pass upon Bifrost without being noticed by me,” the guardian god answered.Ares grabbed strongly the Olympians’ messenger, holding him with his stony hands. “Nemesis, bring us to our father.”A beautiful, disquieting goddess, with a pale, white skin and dark black hair, shot three arrows from a violet bow, one of them brushed against Ares, who was holdin’ Hermes in his arms, the second one touched lightly Hercules, who was fighting against the Aesir in his threatening lion skin, the third one wheeled in the air and touched the goddess herself. Immediately, the Olympians vanished into thin air, as quickly as they had appeared.“Bastard dogs,” Thor shouted. “They’ve run away just as cowards.”“They’ve recovered their fellow,” the valorous Balder said. “They took us by surprise.”“You’ll have some other chances to fight against the Olympians, my sons,” the Father of all whispered, although his voice thundered in the great hall with the power of a storm. “Weìll have to face the greatest and most memorable contest that the Aesir have ever faced... Zeus, lord of Olympians, dared to challenge my power, intimating me to surrender and give him my crown and the supremacy I have on my kingdom. I’ve never laid claim on Zeus’ territories, I’ve always respected his authority, but the pointlessness of that mangy dog is abnormal as his immense belly. Madness should have taken his mind. Anyway, this message is an offence that should be cleaned with his blood and his sons’. If Zeus can not respect his place, then he’ll no longer have a place to stay. Aesir,” he shouted, “to the war!”A thousand strong arms lifted high in the hall, a thousand oaken trunks, a thousand voices shouted all together, flamed by the pride and the frenzy for the imminent battle. The bards resumed to sing again, the wine to flow into the warbling chalices, the celebration started again despite this time it wasn’t to commemorate an already achieved victory, but to propitiate the next one.
***
A warm wind lifted up the desert sand and, with it, the remembrance of a thousand of caravans, warriors and slaves who had fallen among the dunes. A group of old men, wrapped in their black cloaks, that allowed only the eyes to be seen, went to the threshold of a small temple of stone, quite dull, severely mediocre, and yet strangely sinister.
“The Olympians’ messenger consigned the scroll you gave him to Odin, my lord,” one of the hooded whispered.“Fine... fine...” a hoarse voice answered, a growl, a sort of howl, from the inside of the temple. “The seed of war has been planted. Odin is not the only one who can give orders to the crows. I sent mine to consign to Zeus a false declaration of war from the Norse gods, then I intercepted Hermes, running on the way to Asgard, and, thanks to my hypnosis, I put him in trance and replaced the message from Zeus to Odin with a second declaration of war from the Olympians…” The tall and massive figure of a man walked out from the temple to the nightly shadows, extended outside.“That’s a brilliant plan, my master…” one of the men in black slurred.“Shut up, you crawler,” the man growled, approaching to the ray of light coming from the full moon. Doing that, he revealed to his servants’ eyes his devilish face, the terrifying muzzle of a black jackal, his iris as red as the still warm blood flowing out from a body pierced by a sword.“The Olympians and the Aesir will fight each others, will kill each others, many of them will fall and a few of them will survive… The Olympians will attack Asgard, which will collapse from the foundations, or it will be Mount Olympus to crumble under the Norse gods’ mighty strikes… It’ll be a carnage, anyway, it will be the end of the world and, once the war will be over, when the survivors will be too weak and terrified to understand my deceit… I will finally appear from the dark and conquer their reigns. The Olympians and the Aesir will become sad relics from the past and their subjects will pay tribute only to Anubis, Egyptian god of death…”



martedì 28 gennaio 2014

HELL'S ANGEL


HELL’S ANGEL

 

Sentiva una spasmodica necessità di fumare un’altra sigaretta... di bersi un’altra birra... ma in quella fottuta stanza non c’era niente, a parte il lungo tavolo bianco, sul quale tamburellava incessantemente le dita.
Era stanco di aspettare. Gli sembrava di essere lì da ore e nessuno si era ancora fatto vivo per interrogarlo.
Era stanco di aspettare e lui non amava aspettare.
Aspettare significa rimanere immobili, procedere lentamente... e lui, invece, non era mai stato lento. Aveva sempre vissuto ad alta velocità, a tutto gas, sulla lama del rasoio.
Un leggero soffio di vento alle sue spalle gli fece intuire che qualcuno si era finalmente deciso di degnarlo di un po’ d’attenzione.
Un uomo anziano, con i capelli corti e brizzolati, entrò nella stanza, reggendo un plico di documenti, e si sedette di fronte a lui.
“Dobbiamo parlare un istante, signor...”
“Quelli che mi conoscono mi chiamano Lucifer...” borbottò, ormai esausto per la lunga attesa.
“Brutto soprannome, se posso permettermi,” replicò il vecchio. “In ogni caso, a me interessano le sue vere generalità.”
Sfogliò alcuni fogli in una cartellina. “Qui dice Robert Townsend. E’ giusto?”
“Si, è giusto. Senti, mister, ne avremo per molto? Sto cominciando ad innervosirmi...”
“In realtà, sei qui soltanto da pochi minuti. Probabilmente, sei sulle spine perché non puoi fumare...”
“E perché non ho una birra...”
“Ti tratterrò soltanto per qualche istante. I miei superiori hanno bisogno di approfondire quello che è successo...”
“Cosa diavolo vuoi che sia successo? Un uomo è morto, ecco che cosa è successo...”
“Su questo aspetto ci arriveremo tra un minuto... Prima vorrei sapere qualche cosa di te, qualche cosa della tua vita...”
“La mia vita? Amo la mia vita... Non sono uno stupido impiegato, sono un centauro, mister. La mia vita è sempre stata una corsa...”
“Qui dice che sei nato ad Amarillo, in Texas... Tua madre si chiamava Rose e tuo padre Bruce...”
“Dici sul serio? Beh, questa è una sorpresa anche per me. Non ho mai conosciuto il mio vecchio. Ha abbandonato mia madre pochi mesi dopo la mia nascita...”
“Non ha mai cercato di contattarlo?”
“Mi hanno detto che era un gran bastardo, quindi no... Non me ne fregava niente di trovarlo, abbracciarlo e altre stronzate del genere. Non ero un ragazzino complessato perché gli manca la figura paterna...”
“A sedici anni, hai lasciato Amarillo in sella alla tua motocicletta e hai cominciato a vagare senza meta per il Texas...”
“Ehi, fermati... Fermati un momento... “Senza meta” è sbagliato... Ho sempre avuto una meta. Okay, forse non ho mai avuto un lavoro fisso, un’abitazione stabile ma ho sempre avuto un obiettivo e l’ho persino raggiunto. La libertà. Amico, io ho cavalcato il vento selvaggio, ho fatto gare di velocità con la sabbia del deserto, ho dormito con le stelle... Non ti sembra, forse, una meta degna di questo nome?
La mia motocicletta, poi... Non era una motocicletta, si vede che hai sempre tenuto il culo seduto dietro una scrivania... Era la mia Rodhey, era un’amica, una confidente... una compagna di vita.
Io e lei abbiamo divorato la strada, dominato la terra. Io e lei eravamo veloci, eravamo saette impazzite che schizzano nel vento.
Abbiamo danzato con le scintille sull’asfalto, al ritmo del carburatore e al tempo del motore che ruggisce. Non puoi capire questo senso di libertà... tu sei soltanto un burocrate... non sei mai stato veloce quanto noi...”
“Effettivamente, non lo posso capire,” sorrise il vecchio. “Per tua informazione, però, non sono stato sempre un uomo d’ufficio... una volta facevo il pescatore, so bene che cos’è la libertà... Perché non mi parli di Sam, adesso?”
“Quello stronzetto… Ho conosciuto Sam in una tavola calda nei pressi di Houston, quindici anni fa. Sapevo che non sarei mai dovuto diventare suo amico. I legami troppo stabili e duraturi, alla fine, portano soltanto guai. Mi sono sempre considerato come un’aquila dalla testa bianca e sapevo bene che, per volare davvero libero, avrei dovuto volare da solo.
Dopo aver lasciato Amarillo, poco più che ragazzino, mi ero unito ad un gruppo di motociclisti... si facevano chiamare “I Demoni su due ruote”... Abbiamo attraversato insieme le pianure del Texas, per circa tre anni, eravamo come fratelli. Poi, un pomeriggio di agosto, mentre stavamo percorrendo una polverosa autostrada dimenticata da Dio, mi sono reso conto che non sarei mai stato veramente libero, fino a che avessi avuto dei fratelli.
Rallentai... io e Rhodey ci fermammo a fianco di una pompa di benzina... Il caldo mi aveva seccato il viso ed il sole mi aveva offuscato la vista... sbirciai tra le palpebre socchiuse ed osservai i miei compagni sfrecciare via... Non si erano accorti che io ero rimasto indietro... Alzai la mano per augurare loro ogni bene, quindi, girai la moto nella direzione opposta, diedi gas e ripresi la mia strada... la mia strada solitaria...”
“La tua strada solitaria... Vuoi farmi davvero credere che non ti sei mai sentito solo?”
“Credi quello che vuoi, amico. Ho sempre avuto tutto ciò di cui avevo bisogno e, fra parentesi, ho avuto un sacco di donne, ragazze così sexy che non riusciresti ad immaginartele nemmeno nei tuoi sogni più proibiti...
Una di loro si chiamava Amy... Siamo stati insieme un paio d’anni, l’ho conosciuta in un bar di Allamoore, dove faceva la cameriera. Era così dolce... Non ho mai pensato che avrei potuto trascorrere tutta la mia vita con lei, tenevo troppo alla mia libertà... ma abbiamo vissuto dei momenti davvero molto intensi... Dimmi, hai mai fatto l’amore con qualcuno, tra la polvere e gli arbusti del Guadalupe Peak?”
“Non ne ho mai avuto l’occasione, no...” sorrise il vecchio.
“Beh, posso dirti soltanto che il caldo ti secca la pelle e ti brucia il volto fino a farti perdere i sensi, ma tu hai voglia di continuare, non vuoi fermarti e senti il vento infuocato che ti agita i capelli, e la bocca e gli occhi ti si riempiono di sabbia bollente... sotto di te, vedi l’immobilità del deserto finché il suo assordante silenzio ti riempie il cuore e la mente... e, a quel punto, è come se tu fossi drogato... e non capisci bene se stai facendo l’amore con una donna, con un angelo o con un diavolo...”
“Immagino che sia un’esperienza davvero particolare... Perché non sei rimasto con questa... con questa Amy... allora?”
“Ho amato molto Amy... forse più di ogni altra donna che ho avuto... ma c’era sempre un’altra donna nei miei pensieri, oltre a lei… una donna che mi chiamava incessantemente... si chiamava libertà... e la libertà è una gran puttana, amico... Ti vuole tutto per sé e non accetta di dividerti con nessun altro...”
“Arriviamo a questa storia della rapina, allora…”
“E’ stata un’idea di Sam. Sam è stato il mio migliore amico, forse l’unico che abbia mai avuto… eravamo irresponsabili, liberi e folli… Ci siamo presi delle sbronze tali da far paura anche agli altri bikers, ci siamo fatti un sacco di ragazze, abbiamo spaccato più di un labbro nel corso di interminabili risse e le abbiamo anche prese, qualche volta… Lui condivideva i miei sogni, desiderava la libertà della strada quanto me… Io e Sam eravamo due squali, e la strada era un oceano a nostra disposizione… Se ci avessi tolto la libertà, ci avresti tolto la nostra acqua, il nostro ossigeno… la nostra vita…”
“Se per voi la libertà era davvero così importante, perché rischiare di perderla per invischiarsi in una rapina? E’ un reato piuttosto grave, lo sai… Si rischia di finire dietro le sbarre per molto tempo…”
“Ehi, non è necessario che tu mi ripeta quanto sono stato idiota… E ti ripeto che è stata un’idea di Sam… Cazzo, davvero non si può fumare in questo posto?”
“Tu hai accettato, però. Hai accettato di rischiare quella libertà che ti vanti di amare tanto… in cambio di un mucchietto di soldi… E, comunque, no, non si può fumare…”
“Beh, c’era in ballo ben più di un mucchietto di soldi, erano parecchi. E non si trattava solo di denaro. Sam era interessato alla grana ma io… io volevo il brivido, volevo provare quella sensazione di lanciare la mia Rhodey sopra l’asfalto incandescente e far mangiare la polvere ai fottuti sbirri che ci avrebbero inseguito.”
“Come avevate pianificato il colpo?”
“Il piano era buono. Una banda di motociclisti che doveva un paio di favori a Sam ci procurò delle armi. Sam si prese un fucile, io mi accontentai di una Beretta… non sono mai stato un fan delle armi, non avevo mai sparato a nessuno prima di… beh… prima di questo…”
“E, poi, cos’è successo?”
“Poi è stato incredibile. Abbiamo spalancato le porte della banca, con il cuore che martellava nel petto e abbiamo guardato negli occhi spaventati tutti quei damerini in giacca e cravatta che vivevano solo per le loro obbligazioni e i loro titoli azionari. Erano terrorizzati…”
“Non ti è mai passato per la testa che quelle persone avessero dei sogni come te, delle speranze… altre persone ad attendere il loro ritorno a casa?”
“Ehi, stai calmo, amico. Io e Sam avevamo un accordo ben preciso, di non fare del male a nessuno… Le armi sarebbero dovute servire soltanto a fare un po’ di scena.”
“Però, poi, qualcosa è andato storto…”
“Sam si è lasciato prendere un po’ troppo la mano… Forse aveva visto troppi film su Bonnie e Clyde, fatto sta che, dopo aver prelevato un bel po’ di verdoni, si è messo in testa che uno dei damerini nella banca… un cliente, immagino… lo avesse guardato storto…”
“Tu dov’eri?”
“Ero già in sella alla mia Rhodey… avevo acceso il motore, lo sentivo rombare e gridare e bestemmiare… era affamato… voleva divorare la strada… voleva sfrecciare nel vento e in mezzo alla polvere. Sentivo le sirene della polizia che galoppavano verso di noi ed ero pronto alla sfida. Diedi gas. Sam era ancora dentro in banca e stava gesticolando con questo tizio in giacca e cravatta beige, un ometto alto e magro, stempiato e con gli occhiali, che piangeva e chiedeva pietà, torcendosi nervosamente quelle dita rachitiche.”
“Com’è finita?”
“Sam voleva fare il duro. E’ stato stupido… non ha senso fare il duro con chi è terrorizzato. Fare il duro con chi è terrorizzato significa fare il bullo, significa non avere le palle. Sia quel che sia, Sam decise che avevamo bisogno di un ostaggio, per assicurarci la fuga… afferrò per un braccio il figlioletto dell’omino con gli occhiali, un ragazzino che avrà avuto al massimo dieci anni, e lo trascinò fuori.
Che stai facendo, gli chiesi. La polizia sarà qui a momenti e tu stai perdendo tempo… Gli gridai di lasciare il bambino e di saltare in sella, prima che fosse troppo tardi ma Sam non voleva sentire ragioni… Voleva dare una lezione al damerino in beige che lo aveva guardato storto. Era una situazione molto tesa… il bambino piangeva, suo padre urlava, Sam aveva puntato il fucile alla tempia del piccolo.
Lascia andare il bambino, gli dissi per l’ennesima volta. Non siamo animali, non siamo criminali, siamo bikers. Un conto sono i soldi, ma giocare con la vita di un bambino… beh… è da psicopatici…”
“Sam non ti diede ascolto, immagino…”
“Per niente, mi disse che quella partita si giocava secondo le sue regole e che avrebbe dato una lezione a quel tipo con gli occhiali…”
“A quel punto gli hai sparato?”
“Sollevai la pistola verso di lui, dritto dritto in mezzo agli occhi e gli dissi che non gli avrei ripetuto un’altra volta di lasciare il bambino. Sam mi guardò con disprezzo e sollevò il fucile. Lui fece fuoco, io feci fuoco… non avevo mai sparato a nessuno prima d’ora e, probabilmente, adesso ho ucciso il mio migliore amico…”
“Beh, è rimorso quello che provi?”
“Rimorso? Sam era uno stronzo e, tutto sommato, ho salvato la vita di un bambino… ma ti ho già detto che non sono un mostro, non era così che avrei voluto andassero le cose…”
“Tranquillizzati, allora. E’ piuttosto evidente che non hai mai sparato a nessuno… hai sbagliato mira… e in modo abbastanza clamoroso… il tuo amico Sam, se puoi ancora definirlo amico, è vivo e vegeto, ma si farà un bel po’ di carcere. Con la tua insubordinazione contro il tuo socio, hai dato tempo alla polizia d’intervenire e di salvare il ragazzo… a modo tuo, sei stato un eroe…Dovrebbe renderti felice, no?”
“Beh, non sono proprio contento, in questo momento…”
“Il proiettile sparato da Sam ti ha reciso un arteria… purtroppo per te, i medici non hanno potuto farci nulla ma… Ehi, almeno non hai sofferto, no?”
“Non è una grande consolazione…”
“Ti sto solo mostrando i lati positivi di quanto ti è accaduto, io sono un tipo ottimista…”
“Abbiamo finito, cocco, o dobbiamo perdere altro tempo in chiacchiere?”
“Mmh… no, direi che è tutto a posto… Abbiamo finito. Mi scuso per averti trattenuto, ma mi servivano alcune informazioni sulla tua storia. Ah, puoi chiamarmi Pietro… e scordati di poterti soprannominare ancora Lucifer… Non è un nome particolarmente gradito, qui…”
“Stai già cominciando a darmi delle regole, cocco? Ti ho già spiegato quanto ci tengo, alla mia libertà…”
“Beh, vivere qui comporta rispettare delle regole, amico mio, ma non preoccuparti… sono sicuro che ti troverai comunque a tuo agio…”
Il vecchio vestito di bianco appoggiò un braccio sulle spalle larghe del motociclista e si avviò fuori dalla stanza, insieme a lui.
“Stai tranquillo, in paradiso serviamo una birra fantastica…”



HELL’S ANGEL

He felt the spasmodic need to smoke another cigarette… to drink another beer… but in that bloody room there was nothing, except the long, white table, on which he endlessly tapped his fingers.
He was tired to wait. It seemed like he was there for hours, and nobody still made his appearance to interrogate him.
He was tired to wait and he didn’t like waiting. Waiting means to stand still, to move slowly… and he had never been slow, instead. He’d always lived at full speed, high tail, on the razor’s edge.
A light breeze behind his shoulders made him realize that somebody finally decided to give him a little bit of attention.
An old man, with short and grizzled hair, came into the room, holding a bundle of documents, and sat in front of him.
“We need to talk for a while, mister…”
“People who know me call me Lucifer…” he grumbled, by then exhausted for the long wait.
“That’s a horrible nickname, if I dare,” the old man replied. “Anyway, I’m interested in your true personal details.”
He quickly flipped through the papers. “Here it quotes… Robert Townsend. Is it right?”
“Yeah, that’s right. Listen, man, how much longer does it take? I start getting nervous…”
"Actually, you’re here just since a few minutes. Probably, you’re on tenterhooks just because you can’t smoke…”
“And because I can’t get a beer…”
“I’m going to detain you just for a few moments. My bosses need to examine in depth what has happened…”
“What the hell do you think has happened? A man died, that’s what happened…”
“We’re going to discuss this circumstance in a while… Before this, I’d like to know something about you, about your life…”
“My life? I love my life... I’m not a silly employee, I’m a biker, man. My life has always been a rush...”
“Here it quotes you were born in Amarillo, Texas... Your mother’s name was Rose and your father’s Bruce...”
“Are you tellin’ the truth? Well, that’s a surprise even for me. I’ve never met my old man. He left my mother a few months after I was born...”
“Didn’t you ever try to contact him?”
“People told me he was a huge son of a bastard, therefore no... I didn’t give a damn about meeting him, giving him a hug and all this kind of craps. I wasn’t a problematic child in need of a father figure...”
“You were sixteen, when you left Amarillo ridin’ your motorbike and started to wander without a destination through Texas…”
“Ehi, stop now… Stop for a while… “Without destination” is absolutely wrong… I always had a destination. Yes, maybe I’ve never had a permanent job, a permanent place to stay, but I’ve always had a purpose and I’ve even reached it. Freedom. Friend, I rode the wild wind, I raced with the desert sand, I slept under the stars… Doesn’t it seem to be a purpose worthy of this name?
My motorbike, then... She wasn’t a motorbike, it’s quite clear you’ve always sat on your ass, behind a desk… She was my Rodhey, she was a friend of mine, a confidant… a partner.
We consumed the road, together, tamed the lands… just me and her. We were fast, we were crazed flashes of lightning thundering in the wind.
We danced with the sparks on the tarmac, to the carburetor’s rhythm and the roaring engine’s beat. You simply can’t understand this sense of freedom… You’re nothing more than a bureaucrat… You’ve never been as fast as we were…”
“Indeed, I can’t understand it,” the old man smiled. “Anyway, just to inform you, I haven’t been an employee for all my life… I was a fisherman, once, and I know very well what freedom is… Why don’t you talk to me about Sam, now?”
“That bugger… I met Sam in a hash house, next to Houston, fifteen years ago. I knew exactly I would never have had to become his friend. Too solid and deep relationships always bring you a lot of troubles, at the end. I’ve always considered myself as a great white-head eagle and I perfectly knew that, if I really had wanted to fly free, I would have had to fly alone.
After having left Amarillo, when I was a little older than a boy, I’ve joined a group of bikers... they called themselves “the hot-wheels demons”... We crossed the plains of Texas together, for almost three years, we were just like brothers. Then, during a sunny, summer afternoon, while we were driving along a dusty highway forgotten by the Lord, I simply understood that I couldn’t ever been really free, as long as I would have had brothers with me.
I slowed down... Rhodey and me stopped beside a gas station… The heat of the day dried my face out and the sun darkened my eyes… I glanced through my half-closed eyelids and watched my mates dart away… They didn’t realized I was lagged behind... I raised my hand to wish them all the luck, then, I turned my motorbike to the opposite direction, stepped on the gas and regained the road… my lonely road…”         
“Your lonely road... Do you really want me to believe you’ve never… ever… felt alone?”
“Feel free to believe what the hell you prefer, friend. I’ve always had everything I needed and, by the way, I loved a lot of women, girls so sexy that probably you can’t conceive them even in your most prohibited dreams…
One of them was named Amy… We stayed together for a couple of years, I met her in a pub, down in Allamoore, where she worked as a waitress. She was so sweet… I’ve never thought I could have spent all my life with her, I cared too much about my freedom… but we lived moments really intense… Tell me, did you ever lie with someone, among the dust and the weeds of Guadalupe Peak?”
“Never had the chance, I suppose… no…” the old man smiled.
“Well, I can simply tell you the heat dries your skin and burn your face till you lose senses, but you just desire to go on and on and on, you don’t wanna stop and you feel the scorching wind that waves your hair, and your mouth and your eyes fill with burning sand… underneath yourself, you see desert’s stillness, until his thunderous silence fill your heart and your mind… and, at this stage, it’s like you’re drugged… and you just cannot realize if you’re loving a woman, an angel or a devil…”
“I suppose it’s a truly peculiar experience… Why didn’t you stay beside this… this lovely Amy… then?”
“I really loved Amy… more than any other woman I’ve met, maybe… but there was always another woman in my thoughts… a woman who endlessly called me… her name was freedom… and freedom is a bitch, my friend… She wants you all for herself and she just can’t accept to share you with somebody else…”
“So, let’s talk about this robbery affair…”
“It was a plan conceived by Sam. Sam has been my best friend, maybe the only one I’ve ever had… we were irresponsible, free and crazy… We’ve had such incredible drunks that even the other bikers were staggered, we’ve made love with loads of women, we’ve broke more than one bone, during endless brawls and, sometimes, we’ve even had our beating… He shared my dreams, he wished to feel free as much as I did… We were two sharks, and the road was an ocean, at our disposal… If somebody had taken away our freedom, he would have taken away our oxygen… our life…”
“If you had really cared about your freedom, than why you had risked so much to lose it, being involved in a robbery? It’s a great wrong, you know it... It’s punished with the jail, for a long, long period.”
“Ehi, you don’t need to repeat me what a jerk I’ve been... And I’m telling you again it was Sam’s idea... Fuck, why in hell is it forbidden to smoke, in this place?”
“But you’ve accepted it. You accepted to risk that liberty you claim to be so proud of… in return for a bunch of money… anyway, it’s a rule, here… you can’t smoke…”
“Well, it was more than a bunch, it was pretty a lot of money. And it wasn’t simply about the cash. Sam thought about the dosh, but as far as I’m concerned... I wanted thrill, I wanted to feel that incomparable sensation to dart my Rhodey over the incandescent asphalt, and make those fucking cops that would have followed us bite the dust.”
“How have you planned the heist?”
“It was a good plan. A group of bikers that was in debt with Sam for some favours obtained us a couple of guns. Sam took a rifle, I was satisfied with a pistol, one Beretta… I’ve never been a maniac of guns, I’ve never shot to anyone, before… well… before this…”
“And what happened, next?”
“Then, it was like hell. We opened up the bank’s doors, the heart beating in our chests, and we looked in the frightened eyes of all those yuppies wearing ties and suits, who lived just for their bonds and obligations. They were all scared…”
“And you didn’t think about the fact that all those people had dreams just like you, hopes just like you… other people waiting for their return home?”
“Ehi, keep cool, man. There was an extremely clear agreement, between me and Sam... not to hurt anybody... our guns were needed just to put up the show...”
“Yes... but something went wrong, anyway...”
“Sam took it too much to heart... Maybe, I had watched too many movies about Bonnie and Clyde, anyway the fact is that, after we took plenty of cash, he set his mind that one of those nobs in the bank... a client of the bank, I suppose... stared angrily at him...”
“Where were you?”
“I was already sit on my Rhodey… I had the engine on, I felt it thundering and roaring and cursing… it was hungry... it wanted to destroy the road... it wanted to fast - dart in the wind and the dust. I heard the police alarms that run wild toward us and I was ready for that challenge. I stepped on the gas. Sam was still inside the bank, he was gesticulating with that guy wearing a pale brown suit and a black tie, he was a thin and tall poor man, bald at the temples, with a huge, huge pair of glasses... he was crying and begging mercy and nervously twisting those scrawny fingers.”
“How ended it all?”
“Sam wanted to be a tough guy with that small man. That was stupid… doing the tough guy with somebody who’s scared has no sense. Doing the tough guy with a scared man means to be a bully, means not to have balls. Anyway, Sam set we needed a hostage, to ensure us a safe getaway… He took the young child of the small, pathetic, huge – glassed man by the arm… a young kid not older than ten… and took him out of the building.
What the fuck are you doing, I asked him. Police will be here in a while and you’re losing your time… I shouted to him to let the young boy go and jump up on his seat, before it would have been too late, but Sam didn’t want to hear any reasonable voice… He wanted to teach a lesson to the pale brown dandy who looked at him such in a bad way. It was a really tense situation, indeed... The young child was crying, his father was screaming, Sam had his shotgun pointed to the little boy’s temple.
Let the child free, I told him for umpteenth time. We’re not animals, we’re not criminals, we’re bikers. I love money too, but playing with a child’s life is... well... it’s proper to a psycho.”
“Sam didn’t listen to your warnings, I suppose...”
“Absolutely he didn’t, he told me that that game was played by his rules and that he would have given that glassed guy a hard lesson...”
“So, did you shot him, at that point?”
“I lifted up my gun, straight to his eyes and told him I wouldn’t have repeated one more time to let the kid go. Sam looked at me with disgust and lifted up his shotgun. He opened fire, I opened fire… I’ve never shot against anybody before and, probably, I killed my best friend, now…”
“Well, are you feeling remorse?”
“Remorse? Sam was an asshole and, after all, I’ve saved the life of a kid… but I’ve already told you I’m not a monster, I didn’t want things to go this way…”
“Well, take it easy, now… It’s pretty clear you’ve never shot against anyone… you misfired… and you misfired quite in a clamorous way, if I dare… Your friend Sam, if you can still call him friend, is still alive, but he’ll be passing many, many years in jail. Thanks to your insubordination against your partner, you gave time to the police to intervene and save the child… you’re a hero, in your own way… This should make you happy, shouldn’t it?”
“I’m not so happy, right now…”
“The bullet shot by Sam truncated one of your arteries… sadly, doctors couldn’t do anything at all to save you, but… Ehi, at least you didn’t suffer, after all…”
“This ain't a great consolation…”
“I’m just showing you the beautiful angles of all the stuff which happened to you, I’m an optimist…”
“Are we finally over, bub, or do we have to lose some other time chatting?”
“Mmh… Well, I think everything’s fine… we’re over. I apologize for having detained you, but I needed a lot of information about your story. Anyway, you can call me Peter... and forget to name-call yourself Lucifer… It’s not a well-accepted name, here...”
“Are you already starting to give me rules, bub? I’ve already explained you how much I care about my freedom…”
“Well, living here means to respect some rules, my friend, but don’t you worry… I’m sure you’ll feel fine, anyway…”
The old, white dressed man leant his arm on the biker’s large shoulders and walked with him out of the room.
“Don’t be afraid, we serve a wonderful beer, here in heaven…”